Occorre fare delle premesse, prima di far partire la parte del racconto finale, che mi sono concesso la libertà di fare giustizia da solo unicamente per la valutazione complessiva della pericolosità del cane in questione, se fosse stato un rottweiler puro, oppure un pittbull addestrato all'attacco, o ancora un grosso dobermann, non avrei potuto agire come in effetti ho fatto dal racconto seguente, avrei in ogni caso difeso fino alla morte la mia gattina, perché era giusto nell'imminenza del fatto intervenire alla disperata, ma a sangue freddo quella tipologia di cani di cui sopra va rispettata, nel senso che esiste unicamente la difesa estrema, diversamente parlando occorre rivolgersi agli organismi competenti in materia, anche se nutro qualche dubbio al riguardo, perché anche in questi casi ci vuole un po' di culo, metti che si venga in contatto con una persona stile Rita Dalla Chiesa, che ai cani concede tutte le attenuanti del mondo, si rischia di passare dalla ragione al torto in un attimo...
Ribadisco di essere per il pieno e totale rispetto di qualsiasi animale esistente, mosche e zanzare a parte, e sono fortemente contrario ad ogni forma di violenza gratuita verso gli animali, che sono stato costretto a fare quello che ho fatto dalla situazione contingente, perché se avessi anche chiamato le guardie cinofile, magari è come quando si va dal dottore per un malanno, in quel preciso momento si fa bene sicuramente e non si capisce nulla, parimenti il cagnaccio sarebbe potuto rientrare benissimo in casa, nel frattempo del loro arrivo, finendo per fare un mezzo buco nell'acqua, meglio affrontarlo, una volta per tutte, provando a mettere la parola fine alle sue scorribande...
Nella mia testa la lezione doveva essere pesante, al punto tale di non ucciderlo, perché non era mia intenzione, ma da lasciargli segni, più o meno permanenti, del contatto ravvicinato con me, per cui studiai attentamente non solo cosa tenere in mano, al momento del nostro prossimo incontro intimo, ma anche dove posizionarmi, in sua attesa, e come mettere le autovetture...
Certo, avete capito bene, all'epoca possedevo ancora la vecchia Fiat Multipla, che andai a parcheggiare per qualche giorno in un punto a ridosso di un piccolo fosso, per evitare il rischio che il cagnaccio potesse passare di fianco senza saltarlo di slancio, avevo bisogno che rimanesse in sospensione, per quel secondo o poco più, perché lì avrei sferrato l'attacco iniziale, nella speranza di prendere quel vantaggio che mi avrebbe consentito di disporre di lui a mio piacimento, quindi Multipla sistemata nell'angolo del piazzale, io seduto sul piazzale a pochissimi metri del fossetto, sicuramente la pistola a gas con caricatore pieno, dovevo decidere il 2° strumento da tenere con me...
Il mattarello non era male, ma la bestia infame se ne era andata abbastanza facilmente, per cui dovevo aumentare la mia potenza invasiva, una mazza da baseball era quasi perfetta, lunga a sufficienza, con grande energia cinetica a disposizione, ma non possedevo, oggi come allora, quello strumento sportivo, per cui, dopo attenta riflessione, la mia scelta ricadde su questo strumento qui...
Chiamatela come vi pare, chiave inglese, chiave cagna, pinza a pappagallo, comunque la mettiate, è uno strumento dotato di un buon peso, che io all'epoca maneggiavo molto bene perché stavo realizzando dei mobiletti con i pallet, per cui avevo anche più forza del normale, vinse la concorrenza con altri strumenti una discreta maneggevolezza (anche se non facilissima da muovere) e la l'indiscutibile potenza di un suo eventuale colpo, ferro rinforzato con il Crome-Vanadium dà sempre le sue buone garanzie, associata anche a una lunghezza complessiva di poco superiore al mezzo metro, un paio di botte ben assestate, senza portare a conseguenze definitive perché non volevo accopparlo, era proprio quello che ci voleva, per cui il mio piano era praticamente fatto, occorreva solamente attendere il momento in cui il tanto famigerato quadrupede si sarebbe manifestato ai miei occhi...
Passarono alcuni giorni, infruttuosamente, mi mettevo nel punto prefissato per quasi un'oretta, nei periodi in cui statisticamente era più facile che la sinistra presenza si manifestasse, ma i tempi non erano ancora maturi, tranne una sera, quasi all'imbrunire, quando lo vidi uscire dal suo cancellino tutto incazzato nero, che correva verso i campi, ma improvvisamente fece una larga sterzata, dirigendosi inequivocabilmente verso la mia posizione, il momento era finalmente giunto...
Continua...
Foto di mia proprietà, scattate con l'ausilio del mio smartphone...